La Elhawi Star era un mercantile costruito nel 1957 ad Amburgo dalla London Line e varata inizialmente con il nome Valeria.
Era lunga 106 metri, larga 15 e aveva una stazza lorda di 3920 tonnelate.
Nel corso degli anni cambiò diversi proprietari, ognuno dei quali la ribattezzò con nomi diversi.
Nel 1963 il nome fu cambiato in Polaris, nel 1971 in Anemos, nel 1972 in Tania e infine nel 1981 venne ribattezzata Elhawi Star, quando diventò di proprietà della Elhawi Sh Co Ltd.
Il 12 ottobre 1982 era pronta a lasciare il porto di Fiume (Croazia) con destinazione Gedda in Arabia Saudita con un carico di piastrelle di marmo e circa 800 tonnellate di legname.
Alla partenza, a causa del carico sbilanciato, risultava però ingavonata sul lato di dritta con un’inclinazione di oltre 5 gradi.
Vani furono i tentativi di correggere l’assetto agendo con le casse di zavorra, anche a causa del fatto che la nave, appesantita, toccava con la chiglia il basso fondale.Nel tentativo di trainarla fuori dal porto, uno dei cavi di traino di un rimorchiatore si spezzò e questo compromise definitivamente l’assetto della nave, che in breve tempo si ribaltò affondando in pochi minuti.
Tutti i 30 membri dell’equipaggio vennero tratti in salvo.
Il relitto si trova a qualche centinaio di metri dalla diga frangiflutti Excelsior, appena di fronte al porto di Fiume e appoggia sul fianco destro a una profondità di circa 42 metri.
La Star è facilmente visitabile nelle sue strutture esterne e, grazie al range di profondità che va dai 27 ai 42 metri, rappresenta un’ottima palestra sia per subacquei ricreativi che per quelli tecnici permettendo ogni tipo di immersione.
La nave è molto ben conservata e riconoscibile in ogni sua struttura, dal castello centrale è possibile osservare le cabine dell’equipaggio ancora ricche di oggetti di ogni genere. Sono ben visibili sovrastrutture, gru di carico, strumenti di bordo, a poppa la grande elica e a prua l’ancora.
La penetrazione non è permessa a causa delle condizioni interne, i passaggi risultano pericolanti e ostruiti da cavi. Le stive, invece, sono facilmente visitabili e vi si può ancora vedere il carico di piastrelle che fuoriesce e va ad appoggiarsi sul fondo. In prossimità del castello centrale è inoltre possibile vedere le scialuppe di salvataggio riverse sul fondo.
Nel 2003 un riversamento di carburante obbligò una bonifica del relitto. Nel 2012 si diffuse la voce che altri 600 metri cubi di carburante provenienti dai serbatoi della nave stavano per riversarsi in mare, ma una prospezione durata circa un anno ha permesso di constatare la solidità dello scafo e l’integrità dei serbatoi.
Qui sotto il video
https://youtu.be/ZoNQp_vT7zQ
E qui invece la gallery completa dell’immersione